Il Bianco è da sempre principe in architettura: terreno delle più interessanti sperimentazioni architettoniche della nostra epoca ed adottato molto spesso per esprimere ideali di perfezione formale, sia nel periodo Neoclassico, sia a partire dall’inizio del ‘900, con il Movimento Moderno, quando il bianco tornò di moda, diventando una matrice del purismo formale architettonico di vari maestri dell’architettura.
Da Le Corbusier e Mies Van Der Rohe, fino ai giorni nostri con i Five Architects di New York, il colore bianco è entrato prepotentemente nelle foto delle riviste specializzate, nella pubblicità e nella nostra vita.
Colore per eccellenza, capace di racchiudere in sé tutte le altre tonalità, ma anche di presentarsi come una tela pulita su cui poter scrivere.
Ci immaginiamo il Bianco come una scelta semplice, neutra, che soddisfa tutti. In architettura d’interni è in assoluto la scelta più consueta, perché il pensiero più comune è “Con il bianco non sbaglio sicuramente!”. In realtà è la tonalità più difficile da utilizzare per donare carattere e personalità ai vari ambienti: da una parte è necessario sapere cosa scrivere su un foglio vuoto, dall’altra è importante anche saper utilizzare il bianco con le giuste forme e materiali per esprimere al meglio tutta la sua particolarità e unicità.
E’ utile, inoltre, considerare che non esiste un bianco assoluto, ma una gamma enorme di sfumature che porta questo colore ad assumere connotazioni e sensazioni diverse a seconda della gradazione scelta.
Un esempio lampante è lo stile Nordico, che rappresenta senza dubbio la tendenza contemporanea nel design d’interni, che esalta maggiormente la potenza del bianco e la sua capacità di donare calore e intimità ai vari ambienti nonostante l’apparente freddezza. Il bianco è predominante non solo per una mera scelta stilistica, ma per un bisogno vero e proprio: i paesi scandinavi dispongono infatti di pochissime ore di luce durante l’arco della giornata e l’uso del bianco, capace di restituire la maggior parte della luce che riceve, aiuta a donare agli spazi una maggiore luminosità e apertura anche quando cala il buio.
Il bianco è storicamente simbolo di benessere, sostenibilità e tranquillità; non un punto di partenza ma un punto di arrivo che coinvolge tutte le discipline di progetto, dall’architettura alle arti visive, dal design al fashion. [img_text_aside style=”2″ image=”http://www.lorenzomagi.com/wp-content/uploads/2017/03/white-in-the-city-logo.png” image_alignment=”right” headline=”” text=”%3Cp%3EDi%20questo%20e%20molto%20altro%20tratter%C3%A0%C2%A0%20%3Ca%20href%3D%22http%3A%2F%2Fwhiteinthecity.us15.list-manage.com%2Ftrack%2Fclick%3Fu%3Dc7bd47c7e070d32083332ea9d%26amp%3Bid%3D8e57a15193%26amp%3Be%3D306f62c696%22%3EWhite%20in%20the%20city%3C%2Fa%3E%2C%20un%20evento%20culturale%20che%20racconter%C3%A0%20il%20%3Cstrong%3EBianco%20%3C%2Fstrong%3Enelle%20sue%20declinazioni%20cromatiche%20e%20simboliche%2C%20durante%20la%20%3Cstrong%3EMilano%20Design%20Week%20%3C%2Fstrong%3Ein%20programma%20a%20Milano%20%3Cstrong%3Edal%204%20al%209%20Aprile%202017%3C%2Fstrong%3E.%3C%2Fp%3E%0A” alignment=”left”][/img_text_aside]
White in the city
Il bianco motore di trasformazione per il benessere dell’ambiente e del vivere quotidiano.
Questo sarà il tema fondamentale di White in the city, progetto che coinvolgerà alcune delle più prestigiose location di Milano: Accademia di Belle Arti di Brera, Pinacoteca di Brera, Palazzo Cusani, l’ex chiesa di San Carpoforo e Class Editori Space, ognuna con una diversa declinazione e interpretazione ma legate in un unico itinerario che racconterà il Bianco nelle sue mille sfaccettature cromatiche e simboliche.
Lo scopo di questo progetto è quello di creare una nuova consapevolezza che permetta di scegliere il bianco in virtù di tutte le sue qualità. Il direttore artistico e curatore di White in The city è Giulio Cappellini, supportato dai Oikos Srl che sponsorizza l’evento.
Immagine di copertina: archdaily.com